“Ma anche così desidero e invoco ogni giorno
di tornarmene a casa, vedere il ritorno”
(Odissea, V, 219-220)
Spero di non tediarti se torno sull’argomento, ma trovo che l’estate sia il momento migliore dell’anno per parlare e rimandare all’esperienza della nostalgia. L’ultima volta che ne avevo scritto era - guarda caso… - lo scorso mese di luglio, ricordi?
Su The New Yorker, nel 2017 il romanziere Michael Chabon scrisse un articolo sul tema. Te ne riporto (traducendolo) uno stralcio che mi ha particolarmente colpito:
“La nostalgia, per me, non è tanto lo stato d’animo che esprime lo struggimento per qualcosa che abbiamo perso, o per qualcosa che non ci è mai stato dato di vivere, o per qualcosa che nemmeno è mai esistito. E neppure è il sentimento che nasce quando ci rendiamo conto di aver perso l’occasione di vedere qualcosa, di conoscere qualcuno, di vivere una qualche esperienza che non tornerà mai più. La nostalgia, in senso più vero e più denso, è l’esperienza emotiva - fragile e momentanea - di possedere ciò che hai perso o non hai mai avuto, di vedere ciò che non hai mai visto, di incontrare persone che non eri riuscito ad incontrare in precedenza… È l’emozione che ti sovrasta quando una qualche forma di bellezza, minore e svanita, viene temporaneamente riportata in vita, tramite l’arte o da un qualche occasionale incantesimo. Quello è il momento della connessione: hai chiamato il passato e stai ascoltando una voce che risponde”
Alcune recenti ricerche sembrerebbero dimostrare che esistano più forme di nostalgia, alcune delle quali incentrate più sul futuro che sul passato (in questo caso essa viene definita come nostalgia anticipatoria e nostalgia anticipata).
La nostalgia anticipata è una sorta di previsione di una nostalgia che, un giorno, proveremo:
‘You’re gonna miss this,/ You’re gonna want this back,/ You’re gonna wish these days hadn’t gone by so fast’ (Trace Adkins).
Invece, la nostalgia anticipatoria è la mancanza di qualcosa che non è stato ancora perduto, che sta effettivamente accadendo nel nostro presente.
Al di là dell’aggettivo che le definisce, vi è effettivamente una lieve ma sostanziale differenza tra i due stati d’animo, data dal momento nel quale l’emozione viene provata. La nostalgia anticipatoria ci agguanta nel presente, mentre la morsa di quella anticipata deve ancora coglierci. I sentimenti che ci struggono nella nostalgia anticipatoria sono perciò prematuri. Si tratta di una sorta di ‘torta a più strati temporali’: contiene l’esperienza della mancanza che stiamo vivendo nel nostro presente, un futuro (immaginato) nel quale tale presente è diventato un passato, ed implica riflessioni sui sentimenti sia del presente che dell’immaginato futuro.
[stai assaporando come me il legame indissolubile tra linguaggio ed emozioni? Ogni strato di quella torta, se poni attenzione, è associato ad un distinto tempo verbale. Vi è indubbiamente una grammatica delle emozioni… Nel saggio che ho pubblicato qualche anno fa, il nocciolo della questione era come la capacità di effettuare un andirivieni mentale tra i piani temporali si sia evoluta insieme alla capacità linguistica]
Hai dunque presente i momenti trascorsi con una persona amata che abita lontano da te e che, a breve, prenderà l’aereo per tornare a casa sua? Ricordi quel sentimento di malinconia che provavi mentre già ti figuravi in procinto di salutarla? Ecco, il sentimento che hai provato era una nostalgia anticipatoria. Se invece, al momento di vivere quell’esperienza, ti proiettavi nel futuro e ti sentivi dire: “come mi mancheranno questi attimi…”, allora stavi vivendo una nostalgia anticipata.
Semplice, no? (scherzo! tutt’altro!!!)
Sto leggendo, in questi giorni, l’articolo della ricercatrice (Krystine Batcho, che lavora al Le Moyne College, Syracuse, NY) che si sta più di altri occupando di queste forme - orientate verso il futuro - della nostalgia. Se ne sta occupando allo scopo di produrre dei materiali che possano essere utili alle persone (come me!) che si posizionano volontariamente sempre ‘in seconda fila’ nel momento presente, in modo da non provare la ‘botta della nostalgia', in un momento futuro. Scrive Batcho che queste persone sono particolarmente inclini alla tristezza e alla preoccupazione. Facile deduzione…
È nostalgia prematura, ad esempio, quella del genitore che guarda con tristezza il figlio neonato, sentendo che quei momenti saranno passati in men che non si dica e ‘pregustando’ la tristezza futura.
Quanti come me?
Il mio viaggio culinario insieme a Rossella (cioè all’interno del suo blog) oggi non può che fare tappa su una torta a strati. Ma ne ho scelta una - in pieno nostalgia mood - dal sapore vintage: la torta di mele e ricotta con mandorle.
Buona giornata, buone torte e a presto!
Simona