Foto di Nathan Dumlao su Unsplash
“Strano, incredibile. Non ero mai stata tanto felice. Non c’era niente che fosse abbastanza lento; niente che durasse abbastanza a lungo. Non c’è piacere, pensò raddrizzando le sedie, rimettendo a posto un libro nello scaffale, che eguagli il senso di averla fatta finita con i fasti della giovinezza, di essersi persa nel corso della vita per ritrovarla ora, con un brivido di gioia, al sorgere del sole, al calare del giorno”
(Virginia Woolf, Mrs Dalloway)
Buona domenica ♡
Vorrei aggiungere che ti auguro una domenica ‘lenta’, anche se - dopo le parole della signora Dalloway - lentezza e velocità paiono confondersi, nel procedere di una esistenza.
Ormai lo sai, il titolo di questa ‘pubblicazione’ periodica lo conferma, il Tempo è la mia sorgente di riflessioni. Nostalgia, rimorso, rimpianto, attesa, speranza, passato e futuro… Quando scopro qualcosa su cui desideri fermarmi, bene o male esso ha sempre a che fare con lo scorrere del tempo e sulla percezione che noi ne abbiamo. L’augurio che faccio a me stessa è appunto di tenere traccia dei ‘momenti opportuni’ che accadono, degli istanti nei quali il tempo perde il suo inesorabile ticchettio.
In settimana stavo lavorando con una classe su Galilei e la nascita di quella sezione della Fisica che origina dalla necessità di descrivere il movimento di un corpo materiale, la meccanica. E quindi: che cos’è la velocità? come possiamo calcolarla, ma prima ancora, descriverla? che differenza c’è tra la velocità media in un determinato percorso e la velocità istantanea? si può pensare la velocità istantanea? (penso di averli convinti, quei ragazzi, che la Fisica è innanzitutto Filosofia! Trovare una formula è poi il passaggio più facile…)
E quindi ho mostrato loro questo video (se vuoi approfondire il concetto matematico che è alla base del problema, ti consiglio questo).
Per andare da un punto A ad un punto B, non sempre il percorso più breve (il segmento che congiunge A con B) è anche quello più veloce!
Ma noi adesso tralasciamo il calcolo infinitesimale, la cicloide, le variazioni! Invece come mi piace quando la matematica, la scienza, diventano metafora di esperienze di vita… Esperienze comuni a chiunque.
La riflessione di Virginia Woolf ‘suona’ nella mia mente come la scoperta - sconvolgente - della brachistocronia (termine che, guarda caso, significa ‘tempo lento’) della curva cicloide. Quell’intera unica giornata della signora Dalloway, che ci viene descritta, appare un paradosso: come fa a trovarvi spazio tutta quella profondità di riflessione? Come ha potuto una vita intera essere riassunta e ritrovata, al calare del sole? Che potere ha dunque la mente umana, nei confronti del Tempo?
Esistono mille modi per procedere dall’alba al tramonto; esistono mille modi per procedere dal punto A al punto B. Ma non è detto che quello che ci pare il solo possibile (il chronos, lo stillicidio degli istanti, il segmento) sia quello più breve. La signora Dalloway ha dilatato a dismisura quel chronos, ma avrebbe potuto correre anche lungo la cicloide: se non avesse lavorato sui suoi pensieri, in quella giornata, si sarebbe ritrovata a sera senza nemmeno accorgersene.
Vi saranno momenti nei quali decideremo - o desidereremo - di correre lungo la cicloide, quando sarà intollerabile assistere allo scorrere del tempo; nel dolore, nella sofferenza, nell’angoscia. Vi saranno invece giorni nei quali il segmento ci apparirà come una risorsa efficace; quando vorremo goderci un po’ di più il ‘paesaggio’. Ma riesci ad immaginare l’infinità di linee, che sono percorsi più lunghi del segmento e persino della cicloide, che collegano i punti A e B? Sono le linee del kairos, tanto potenti da permetterti di non arrivarci mai, al punto B.
Mi sono divertita a disegnarne alcune.
E il tuo kairos, che aspetto ha?
Le mie Parole in Volo - momenti sui quali sostare - questa settimana sono:
La natura della mente. Se il discorso che ho appena concluso ti ha lasciato l’acquolina in bocca, nell’articolo che ti riporto qui viene esplorato ancora un po’ il rapporto tra mente e cervello.
Leggere la vita al contrario. Ho amato questa breve riflessione di Marco Cassini, che coniuga il gioco delle parole con l’attrazione per le metafore che riescono ad essere i numeri.
Dire i colori. Se hai amato i libri di Oliver Sacks, divorerai questo articolo (sempre tratto da Il Post) che espone una disfunzione neurologica che esplicita la domanda che si pongono tutti i bambini: “ma come faccio a sapere che quello che è verde per me, è verde anche per te?” (ti ricordi che in una delle primissime ‘edizioni’ di Parole in Volo ti avevo parlato del libro “La lingua colora il mondo”..?)
Lentezza. Quando penso alla lentezza, che permette di assaporare gli istanti senza scapicollarsi giù nel sentiero verso una inutile vittoria, penso al momento della prima colazione. E quando penso ad una colazione perfetta, penso ad un qualcosa di estremamente soffice, da mangiare anche da solo, senza spalmarlo di alcunché. L’hokkaido milk bread di Rossella mi terrebbe ancorata alla tavola per la giornata intera, e intanto mi perderei nei pensieri come fece Mrs. Dalloway…
Buona settimana lenta ♡
Simona